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al testo di cristina bizzarri
Il codice stante lungo un molo - o
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Il codice stante lungo un molo essere in tutto traluce odore delle reti si fa - si dice - verso sera addensamento l'aria e più vicino a una meta - ovunque - senza mai o prima o poi - essere. Il codice stante lungo un molo ondulare irradiamento - informi - gli occhi sul mare o sui murales - o. Il codice stante avvistare avvistamenti una vertigine sapere già il passaggio dopo il cinema - non c'è niente da salvare - forse improvviso, o dolcemente - o. Intanto.
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Cristina Bizzarri
- 30/10/2013 10:44:00
[ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]
Amina &Nando: grazie di entrare così bene nei miei pensieri. E grazie anche perché ci vedete qualcosa di buono! Avete mai pensato che: Amina + Nando = AMANDO ?
Mi date il permesso di scriverci sopra una poesia dedicata a voi due che lega - non solo, certo, ma direi con particolare condivisione del sentire a cui mi associo come altra - unamicizia e una stima stupende?
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Nando
- 30/10/2013 05:48:00
[ leggi altri commenti di Nando » ]
Ingnorando allinizio i commenti, alla fine della lettura mi è affiorato questo pensiero: la bellezza di questa poesia, molto "bizzarriana", sta nel postulare con la parola, attraversondola, un altrove; prima di porselo come una questione di Maiuscole ovvero in temini morali. Non riesco a capire se in linra con gli altri o coerente al testo. Ciò non è importante, la poesia comunque soppravvive di per sé, messaggio nella bottiglia.
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amina
- 28/10/2013 19:29:00
[ leggi altri commenti di amina » ]
il codice stante lungo un molo mi ha fatto dire " la corte sconta detta arcana" come un avvistamento- fermo- dei tuoi occhi piroettati in aria lEssere Intanto alla scoperta di un segreto-0
è sempre rinnovare lo stupore leggerti, pensandoti libera sul divano come ondulare dentro lUniverso
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Cristina Bizzarri
- 28/10/2013 13:15:00
[ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]
Alberto, è interessante la tua lettura del mio testo. Il mio "o" voleva essere una sorta di passaggio verso est ... un indefinito che non è necessariamente una mancanza ma, piuttosto, si avvicina a un intero, a un sentimento di completezza e appagamento - che nascono, certo, dalla nostra limitatezza e mancanza di certezze. Ma questo "attendere senza attesa" non voleva significare nichilismo, bensì il contrario. Perché, forse, siamo "salvi" da sempre e non cè niente da salvare. Il fatto che la realtà sia quello che è - nella bellezza e nellorrore - ci deve certamente condurre a prendere delle posizioni. Ma, sempre secondo me, con la costante consapevolezza di un "o" che ci abbraccia e per ora ci oltrepassa.
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Alberto Becca
- 28/10/2013 07:05:00
[ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]
Nella indeterminatezza del paesaggio, del luogo, del tempo, dell "O" nella precarietà anche del mare e dei murales (intra)vedo tutta la incertezza e la debolezza umana ; viviamo in un tempo dove le certezze pare si siano tutte infrante lasciando il posto unicamente a dubbi, buchi neri, nebbie, crolli, ostacoli insormontabili: se poi ciascuno avesse la forza ed il coraggio di "guardarsi dentro" probabilmente vedrebbe solo la O di Orgoglio (sempre eccessivo) , Ostinazione (verso il proprio personale interesse), Onnipotenza (del tutto ingiustificata) questa poesia meriterebbe video e commento musicale. Chiedo troppo ?
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